A Karunalaya Edera ed io siamo rimaste fino al 4 marzo.
Frontiere aperte, grandi celebrazioni per il Losar, strade affollatissime come pure i negozi e ogni attività aperta.
Attorno allo Stupa di Boudha come detto l’attività per le celebrazioni del Losar fervevano. Nessuna protezione ma….
per fare soldi è sorta una tenda. Surreale, l’idea che potesse esserci contaminazione anche in Nepal non ha sfiorato nessuno.
E ha continuato a non
sfiorare nessuno fino settimana scorsa. QUALCOSA DOBBIAMO FARE ANCHE NOI, PER. CREARE CONFUSIONE!
E sabato 21 marzo la restrizione definitiva
Che fare??
E subito le prime controindicazioni. Si lavano le mani con disinfettanti a base di alcool prima di cucinare come consigliato ma….ecco che il gas si incendia e brucia le mani!!
In Nepal come ci aveva già spiegato in febbraio Dipendra il nostro terapista, nessuno sa diagnosticare il virus e nessuno sa di cosa si tratta. Non hanno nemmeno le necessarie infrastrutture per curarlo o per ricoverare i malati.
Gli ospedali non hanno necessariamente prontosoccorso, non ci sono ambulanze. Gli ospedali la sera sono chiusi ed i pazienti vengono trasportati in motocicletta o in taxi. In ospedale si entra solo se si paga!
Come diceva Dipendra, chi purtroppo muore risulta morto di polmonite e viene cremato.
Chi prova a seguire le indicazioni si brucia le mani.
Di certo la polizia pattuglia le strade e nessun o può circolare.