Ho trovato un’accoglienza calorosa da parte delle aunty, di Jangmu e della nostra maestra Phurpa.

Mi hanno subito cucinato Samosa e buone cose. Non finivano di imbrodarmi con sorrisi e attenzioni.

In compenso ho trovato un gruppo di bambini seri e pensierosi, spenti, che non giocavano mai e non cantavano e stavano sempre attaccati alla ringhiera del portico tutti in. fila.

Bambini tristi.

Ho iniziato con le domande, ho osservato che i giocattoli erano spariti, ho visto che i bambini eseguivano tutti i lavori di casa, dal pulire al riordinare, all’aiutare in cucina con responsabilità importanti, dal lavoro e riordinare la cucina dopo tutti  i pasti, il riordino delle camere da letto e l’aiuto ai bambini con più difficoltà.

Tempo libero ne avevano ben poco e lo passavano in silenzio.

La maestra che pure si è presa il tempo per illustrarmi la bontà del suo importante lavoro, passava tutto il tempo in cucina con le Aunty  oppure  al telefono. Ormai aveva due lavori, uno per un giornale online e la classe di Karunalaya. Oltre a questi lavori frequentava regolarmente  l’università.

Stavo pulendo le pareti del piano camere quando Ashmita e Urgen mi si avvicinano e si offrono di aiutarmi. “però dobbiamo anche parlare”. Ci sediamo sui divanenti di vimini  e la verità comincia ad affiorare.

Da quando Alessandra ed io siamo partite la situazione è precipitata. Le aunty si sono coalizzate con la maestra e con Jangmu alla testa, hanno instaurato un regime autoritario e violento.

I bambini venivano picchiati e insultati pesantemente, costretti a lavorare e nel tempo libero a sedersi in silenzio sul tappeto della sala giochi. Nessun gioco era permesso. Chi si lamentava veniva preso di mira e punito pesantemente.

Fortunatamente Dipendra il nostro fisioterapista mi ha presa in disparte e mi ha raccontato quanto stava succedendo pregandomi di intervenire.

 

Che delusione, la nostra Bandi che ritenevamo tanto gentile con i bambini, Jangmu che sembrava essersi presa a cuore il lavoro.

Approfittando della mia costante presenza ho ristabilito subito lo spazio giochi, i momenti liberi, liberato i bimbi dall’obbligo dei lavori forzati.

Mi stavano attaccati come la colla, avevano paura.

Le arpie hanno subito approfittato dei pochi momenti di mia assenza per indagare e minacciare chi stava facendo la spia.

Evidentemente i più gettonati erano i 3 che parlano bene inglese, Urgen, Ashmita e Jebri.

 

Eccole le guardiane della prigione

 

A ben guardare adesso hanno veramente la postura e lo sguardo truce.

Da destra LAPKA, PASSANG che al mio arrivo aveva già lasciato per motivi famigliari

Con l’aria di sfida sempre dipinta sul volto, JANGMU che non poteva finire in modo peggiore il suo periodo di lavoro a Karunalaya.

 

BANDI la delusione maggiore. Ci avevamo proprio creduto.

MATNA RAYA che è stata l’unica rimasta della vecchia guardia e che veniva bullizzata dal terzetto delle arpie. L’hanno persino picchiata con lo straccio bagnato.

 

Pensare che queste cose sono accadute ogni qual volta giravamo l’angolo, che la perfidia di una abbia potuto coinvolgere tutte e che in pochi mesi diventassero un vero gruppo di secondine….. fa male.

Ed eccoli in nostri poveri bambini con il volto triste prima del mio arrivo a Karunalaya.

Non hanno detto niente, I 3 grandi si sono trovati il computer controllato e le E Mail censurate.

Che la maestra avesse fatto parte del gruppo sembra quasi impossibile.

Dipendra, unico uomo della famiglia ha fatto ascolto attivo, ha accolto le sofferenze dei bambini ogni giorno e le ore passate con lui erano protette.

Per proteggerli non ha fatto la spia.